Il Direttore Sportivo della Scuderia Ferrari, Diego Ioverno, ha svelato il segreto che si nasconde dietro i velocissimi pit stop del 2025.
Durante questa fase iniziale di campionato abbiamo potuto osservare come i meccanici della Ferrari siano stati quasi sempre i più rapidi nell’effettuare il pit stop; Diego Ioverno ha infatti analizzato da cosa derivano i risultati eccellenti visti in questo 2025.

Diego Ioverno, Direttore Sportivo della Scuderia Ferrari – foto: Scuderia Ferrari
Il pit stop più veloce sul circuito di Gilles Villeneuve è stato quello di Lewis Hamilton in 2.08 secondi, ancora una volta con il contributo impeccabile della crew italiana. A seguire, la Racing Bulls con 2.12, mentre Leclerc ha fatto registrare lo stesso tempo della seconda piazza, a completare di fatto una doppietta virtuale per il team di Maranello.
É evidente a tutti che non si tratta di un caso isolato. Sin dagli inizi della stagione 2025, la Scuderia si è imposta costantemente nella classifica dei tempi ai box. Da Melbourne (2.23) fino a Shanghai (2.05), passando per Suzuka, Jeddah e Imola: la Ferrari ha saputo costruire una leadership invisibile ma concreta. A Monaco, dove ogni dettaglio fa la differenza, questo tipo di performance aveva già fatto parlare: 2.00 netti per il monegasco e 2.08 per l’inglese. Il lavoro dei meccanici è una certezza. Diego Ioverno ne spiega i dettagli…
Ioverno: “Abbiamo intensificato la quantità degli allenamenti…”
Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto sui pit stop, a tutti i livelli. Ovviamente sulla formazione, la preparazione e l’allenamento degli operatori, ma anche a livello tecnico. L’abbiamo fatto con l’obiettivo di mettere i ragazzi nella condizione di poter eseguire pit stop al massimo della prestazione, che per noi significa non tanto cercare la velocità assoluta, quanto cercare di stare costantemente sotto i tre secondi. In questo modo mettiamo i nostri strateghi in condizione di poter prevedere realisticamente dove uscirà la macchina dopo la sosta ai box. Questa impostazione aiuta ad avere poi anche soste più veloci. Avendo pit stop costantemente buoni è statisticamente molto probabile diventare anche veloci, cosa che ci rende senz’altro contenti”.
“Per ottenere questo risultato abbiamo intensificato la quantità degli allenamenti, rafforzato la preparazione della squadra e lavorato anche sulla parte “umana” dell’operazione. Inoltre, anche per le attrezzature del pit stop replichiamo lo stesso flusso che eseguiamo sui componenti della vettura a livello di preparazione, monitoraggio, gestione e risoluzione dei problemi. Una cosa ci rende particolarmente soddisfatti della costanza di prestazione delle prima dieci gare. L’abbiamo ottenuta anche con una grande rotazione degli operatori. Con l’aumento delle gare, infatti, abbiamo ritenuto che l’unico modo per garantire una buona performance in tutto il corso della stagione, mantenendo un bilanciamento vita-lavoro accettabile, fosse far ruotare le figure impegnate in pista”.
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Credit Copertina: Getty Images