Ferrari, nel fine settimana di Austin, ha cambiato marcia: il mistero dell’improvvisa competitività della SF-25 è da ricercare in una possibile soluzione tecnica da definire come contraddittoria?
Non ci si aspettava nulla dal Cavallino ad Austin, specialmente dopo l’illusione del trittico Monza, Baku, Singapore, dove la SF-25 avrebbe quantomeno dovuto avere una possibilità di vittoria; negli Stati Uniti il fine settimana per la Scuderia di Maranello è iniziato nel peggiore dei modi dopo l’ottava e la decima posizione nelle qualifiche Sprint, anche se a partire da quel momento Ferrari è cresciuta forse grazie ad una soluzione tecnica contraddittoria: ecco cosa si nasconde dietro il mistero dell’improvvisa competitività.

Non si riesce a capire esattamente cosa ci sia dietro la svolta di Ferrari ad Austin. A partire dalla Sprint in poi la Scuderia di Maranello ha giocato il ruolo di terza forza, lottando per gran parte della gara con una McLaren superiore. Alcune ipotesi dicono che la svolta si è avuta da un punto di vista meccanico, dove gli ingegneri sono riusciti a trovare finalmente la quadra giusta. Mentre altre parlano addirittura di altezze da terra. Vediamo…
Ferrari ha abbassato la SF-25?
Uno dei problemi principali della SF-25 è rappresentato dalle gestione delle altezze da terra. La vettura infatti sin dall’inizio della stagione non è riuscita a viaggiare alle altezze previste dal progetto. Disperdendo in questa maniera una quantità di carica aerodinamico molto importante. Questo è stato uno dei motivi per i quali la macchina modenese non ha potuto esprimere il massimo del suo potenziale in una stagione che sulla carte avrebbe dovuta essere vincente. Consapevoli di questo problema, secondo Motorsport.com, la SF-25 deliberata per il GP degli USA si è rivelata troppo conservativa. Ed infatti nelle qualifiche Sprint del venerdì il distacco dalla testa di attestava circa sul secondo.
Tuttavia analizzando i dati della gara Sprint si è osservato che c’era del margine dal punto di vista delle altezze e delle gomme. Per questo motivo Ferrari avrebbe potuto abbassare la vettura. Mentre i competitor invece avrebbero fatto il percorso opposto essendo partiti in una maniera troppo aggressiva. Così le prestazioni si sarebbero livellate.
Invece, secondo quanto rivelato da AutoRacer.it, Ferrari non avrebbe modificato l’altezza da terra. Nessuna modifica importante che ha quindi fornito più performance ma solo una migliore comprensione delle gomme ed un’esecuzione perfetta. Nei controlli post-gara le due vetture erano infatti perfettamente in regola sull’usura del pattino e con margine. In particolare sulla SF-25 di Leclerc sarebbero arrivati interventi sul brake-by-wire che modifica la frenata posteriore, gestita dal pilota sul volante attraverso il “brake migration”. Altro elemento chiave sarebbe stato il differenziale, il quale avrebbe aiutato il monegasco ad avere maggiore rotazione nei curvoni del primo settore. Il problema al plank non è affatto risolto. Qualcosa che non è in dubbio è che c’è stato un passo in avanti della ‘rossa’ che ha permesso di stare più vicino a McLaren e Red Bull. Possibile ripetere le stesse prestazioni anche in Messico? Difficile ma non ci resta che attendere per scoprirlo.
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Credit Copertina: Scuderia Ferrari
