La Ferrari tra ieri e oggi: Todt e Vasseur allo specchio

da | Giu 21, 2025

La Ferrari tra ieri e oggi: Jean Todt e Frédéric Vasseur allo specchio, due uomini in rosso tra critiche e promesse

In un ambiente come quello della Formula 1 dove il giudizio è spesso affrettato e la memoria corta, la storia di Todt, Vasseur e la Ferrari si intreccia in un ciclo di aspettative, critiche e leadership che si ripete…

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Frédéric Vasseur e Lewis Hamilton al Gran Premio di Monaco 2025 – Credits: Scuderia Ferrari

La storia si ripete e, spesso, lo fa anche con inquietante precisione. Estate 1996: Jean Todt è nel mirino della stampa italiana dopo un disastroso Gran Premio di Francia. A difenderlo è Michael Schumacher, appena arrivato a Maranello e già consapevole dell’importanza del manager francese nel progetto Ferrari.

Oggi, nel 2025, la scena è quasi identica: Frédéric Vasseur, Team Principal della Scuderia, finisce al centro delle critiche dopo una serie di risultati deludenti. Questa volta, a prendere le sue difese ci sono Charles Leclerc e Lewis Hamilton, un altro campione appena sbarcato a Maranello con grandi speranze.

Bersagli facili in tempi difficili

Nel 1993, Todt arrivò alla Ferrari con un compito immane: risollevare una squadra che aveva smarrito sé stessa. Ci vollero ben sette anni per raggiungere un titolo iridato, e, durante quel lungo cammino, non mancarono contestazioni, dubbi, accuse di autoritarismo. Tuttavia, la dirigenza, soprattutto di Luca di Montezemolo, fece scudo attorno al suo uomo. Lo difese con convinzione, resistette alle pressioni mediatiche, e alla fine ne fu ripagata con un’era di dominio assoluto.

Ad oggi, Vasseur vive una situazione simile, ma senza lo stesso sostegno. La Ferrari, da tempo priva di una figura forte ai vertici, sembra più esposta che mai alle oscillazioni dell’opinione pubblica. Dopo una prima parte di stagione deludente, la posizione dell’attuale Team Principal sembra essere più fragile, specie con un nome ingombrante come Antonello Coletta che si fa strada nei corridoio di potere di Maranello.

Eppure, come per Todt, anche per Vasseur vale lo stesso principio: costruire una squadra vincente richiede tempo, stabilità e visione. Il manager francese ha provato a cambiare le cose: ha corteggiato Adrian Newey, ha portato Hamilton, ha lavorato per rafforzare le fondamenta tecniche del team. Charles Leclerc è salito sul podio mondiale nel 2024 e la squadra ha mostrato segnali di crescita, sebbene ancora insufficienti.

Le somiglianze fra i due manager

Le somiglianze non finiscono qui. Entrambi sono manager rigorosi, non particolarmente mediatici, eppure rispettati interamente per la loro chiarezza di obiettivi e capacità di visione a lungo termine. Entrambi nel momento più duro, si sono trovati soli davanti alla stampa.

La domanda però è una sola: la Ferrari sarà capace, ancora una volta, di scegliere la strada della continuità e della costruzione? O cederà alla tentazione di ricominciare da capo, alimentando quel circolo vizioso di rivoluzioni e ristrutturazioni che ha segnato gli ultimi quindici anni? Se la storia ha davvero qualcosa da insegnare, il parallelo tra Todt e Vasseur dovrebbe far riflettere. Perché certe vittorie nascono solo da scelte impopolari e pazienza a lungo termine. Proprio come accadde nel 2000.

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Credit Copertina: Scuderia Ferrari