La Voce del Tifoso | Perché Leclerc è diventato capro espiatorio degli insuccessi Ferrari negli ultimi anni

da | Lug 10, 2025

Ormai da un po’ di tempo se Ferrari fallisce è implicitamente colpa di Leclerc, ma vediamo perché il monegasco è diventato capro espiatorio del Cavallino Rampante

Purtroppo il legame tra Charles Leclerc e Ferrari fino a questo momento non ha portato al successo che si sperava, anche se possiamo affermare con certezza che il pilota monegasco non ha avuto alcuna colpa in questo senso; ma nonostante ciò le colpe in una maniera o nell’altra ricadono sempre sulle spalle del monegasco, che orami riveste il perfetto ruolo di ‘capro espiatorio’ nella vicenda.

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Perché Leclerc è diventato il capro espiatorio in Ferrari – Credit: Scuderia Ferrari

Dopo gli errori commessi nell’ultimo GP di Gran Bretagna, Leclerc è stato nuovamente messo alla gogna dall’attenzione mediatica. Il ferrarista ha commesso degli errori sia in pista che nelle strategie, ma come sempre il tutto è stato ingigantito inutilmente e chi conosce profondamente le vicende della Ferrari lo sa. Per chi non lo sapesse siamo appositamente qui per far luce sul suo intero percorso vestito di rosso.

L’arrivo di Leclerc in Ferrari nel 2019

Partiamo col dire che il monegasco è arrivato in Ferrari a soli ventidue anni, uno dei più giovani piloti a correre per il Cavallino Rampante. La sua presentazione in rosso non è stata assolutamente graduale, ma Leclerc si è presentato sin da subito per fare la differenza. Pole position alla sua seconda gara con la Scuderia di Maranello. In partenza del gran premio è subito superato da Vettel, che solamente pochi giri dopo sarà superato nuovamente dal #16 nonostante gli ordini glielo avessero impiegato. Ma il pilota nativo di Monaco se ne infischia e dà subito un segnale forte, lui non è come gli altri, ha la vittoria nel DNA e lo dimostrano i titoli conquistati (dominati) al suo esordio sia in GP3 che in GP2. Supera dunque il campione tedesco in Bahrain e se ne va, nessuno riesce a stargli dietro.

Fino a quando però la sua SF-90 lo abbandona ed è costretto solamente alla terza posizione del podio. Quel giornata inevitabilmente Leclerc perde, ma non è così. Dai media è considerato un eroe vinto dalla sola sfortuna, in poche parole inizia ad attirare l’attenzione su di sé. Nasce la favola del ‘predestinato’ che conosciamo. Il monegasco poi durante la stagione continua a crescere ed anche a commettere degli errori, come quello fatale nelle qualifiche in Azerbaijan che gli valsero una possibile pole position e vittoria. In Austria poi è ‘derubato’ della sua prima vittoria dalla direzione gara, ma alla fine è solamente una questione di tempo. Dopo la pausa estiva consegna a Ferrari la prima vittoria stagionale a Spa, ma sarà la settimana successiva a cambiare la sua storia.

La favola di Monza, Leclerc ‘predestinato’ in Ferrari

A Monza conquista la pole position e dà vita ad una vera e propria gara di resistenza contro le Mercedes, nettamente superiori quella stagione. Tuttavia per le frecce d’argento non c’è nulla fare quella domenica. Vince Leclerc. E quella gara rappresenterà un segno del destino per il monegasco, la sua fortuna ed allo stesso la sua condanna. Dopo Monza non ci saranno più dubbi, sarà proprio il monegasco a riportare il titolo iridato in Italia, di piloti come lui se ne sono visti pochi in Formula Uno. I riflettori dunque sono tutti puntati sul #16, destinato a vincere anche la gara successiva a Singapore, dopo una pole position fuori dal normale. Ma Ferrari decise di consegnare questa vittoria a Sebastian Vettel, che in quella stagione aveva sofferto terribilmente l’arrivo del giovane 22enne.

Leclerc ‘faro’ nei difficili anni 2020 e 2021

Ferrari sembra finalmente pronta all’assalto del titolo nel 2020, ma sarà solamente un’illusione. Poco prima del termine della stagione 2019 si viene a conoscenza di un accordo segreto tra FIA e la Scuderia di Maranello riguardante il super motore creato a Maranello. In poche parole quest’ultimo, che doveva rappresentare la base di forza della SF-1000, viene bandito. Per Ferrari si conclude l’era turbo-ibrida, gli anni 2020 e 2021 saranno di transizione in vista del cambiamento regolamentare del 2022.

La Scuderia di Maranello nel 2020 si trova nelle retrovie, gioca il ruolo di settima forza circa. Vettel scompare, Leclerc prende la squadra nelle sue mani quando il morale è sotto i tacchi. La vettura è un disastro, ma lui fa miracoli. Si prende la seconda posizione nella gara inaugurale in Austria dopo la pausa Covid. Andate a rivedere il sorpasso su Perez, un vero e proprio capolavoro. Conquisterà un altro podio due gare dopo, in Gran Bretagna e chiuderà la maggior parte di quella stagione a punti, terminando ottavo nella classifica piloti. Inoltre i suoi posizionamenti in qualifica nel 2020 sono eccezionali, vanno oltre il valore della vettura che aveva sotto il sedere. In molti non ricordano quell’annata o l’hanno dimenticata. Impossibile farlo però se si vuole tracciare una considerazione della carriera del monegasco in Ferrari.

Ferrari risale leggermente nel 2021

Nel 2021 la situazione migliora leggermente, Ferrari si gioca il ruolo di terza forza con McLaren. La stagione di Leclerc non sarà brillante come quella precedente, ma il monegasco dimostra lo stesso a sprazzi di quello che è capace di fare. Pole position in Azerbaijan, con la vittoria che è purtroppo ingiocabile. Pole position poi a Monaco che poi non poté sfruttare vista la rottura del cambio dopo un incidente il qualifica. Poi non bisogna dimenticare la gara di Silverstone. Contatto tra Hamilton e Verstappen a Copse, Leclerc era subito dietro di loro e si invola, nessuno riesce a tenere il suo passo nonostante non avesse la vettura più veloce. Non basterà purtroppo, il suo attuale compagna di squadra dopo la penalità inizierà la risalita che sarà completata solamente al 50esimo giro dei 52 totali. Terminerà secondo, una beffa senza precedenti, la dura legge della Formula 1.

Al termine di quella stagione il #16 terminerà addirittura alle spalle del suo nuovo compagno di squadra nella classifica piloti, Carlos Sainz. Ma nulla di particolarmente rilevante come in molti hanno voluto far notare, i due ferraristi non si giocavano assolutamente nulla. Tra un quinta ed una settima posizione la differenza è sostanzialmente nulla, alla fine conta chi vince, stop. E così venne il 2022.

La grande illusione Ferrari nel 2022, con un Leclerc ‘capro espiatorio’

Il 2022 deve essere l’anno di Ferrari, la Scuderia di Maranello si sta preparando da due anni alle vetture ad effetto suolo. All’inizio dell’anno sembra così ed il nome del protagonista lo conosciamo molto bene: Charles Leclerc. Il monegasco vince all’esordio domando il campione del mondo uscente, Max Verstappen. I due danno vita ad uno dei campionati più belli e lottati della storia. L’olandese dopo una dura battaglia trionfa in Arabia Saudita, Leclerc completa il suo primo ‘grand chelem’ in Australia. Il titolo sembra a portata di mano, il #16 dimostra di essere una spanna su tutti, ma è proprio qui che il sogno si trasforma in illusione.

Charles commette un piccolo errore a Imola, specifichiamo sin da subito che sarà ininfluente sul risultato finale del campionato. E poi il terribile triple header: Azerbaijan, Monaco e Spagna. Pole position a Baku, motore fuso mentre era in testa. Pole position a Montecarlo, Ferrari con una strategia assurda butta una gara già vinta. Stesso esito anche a Barcellona (andate a rivedere anche questa pole position), altro motore fuso mentre era in testa con quasi mezzo minuto sul primo rivale. Il monegasco da primo in classifica è costretto a rincorrere. In Gran Bretagna è già 60 punti dietro Verstappen, in gara le cose si mettono bene ma il team deciderà come sappiamo bene di far trionfare l’altra Ferrari. Leclerc sarà costretto a difendersi, perderà punti importanti. Nonostante ciò il sogno è ancora vivo, soprattutto dopo la sofferta vittoria in Austria.

L’errore della Francia

Leclerc arriva in Francia con 38 punti di ritardo su Verstappen. Tutto è ancora possibile, ma qui arriva il primo vero errore del monegasco. Ottiene una dominante pole position, ma in gara sbaglia e finisce fuori. L’olandese torna ad avere 62 punti di vantaggio sul ferrarista. Il campionato è ancora aperto, ma in Ungheria arriva l’ennesimo disastro strategico del muretto ferrarista (le famose gomme hard). E poi arrivò punto in bianco la famigerata direttiva TD-39. Se la Scuderia di Maranello aveva ancora qualche possibilità di rimonta dopo l’Ungheria, la direttiva a Spa castrò definitivamente la bellissima F1-75. Risultato? Campionato terminato. Il Cavallino Rampante non vinse più una gara da quel momento in poi, Leclerc terminò la stagione in seconda posizione a 154 lunghezze da Verstappen, troppe.

In molti recriminano ancora il fatto che fu colpa di Leclerc se quel titolo finì nelle mani di Verstappen e non esiste cosa più sbagliata. Quel mondiale non poteva essere vinto causa TD-39 che danneggiò pesantemente Ferrari. Il monegasco commise un grave errore, ma bisogna anche contestualizzare. Si trovava appeso ad un filo, costretto a recuperare per colpe non sue. Non dimentichiamo i due motori fusi quando era agiatamente in prima posizione e l’errore strategico in particolare di Montecarlo. Con quei punti e senza la direttiva sarebbe stato un campionato diverso, ma con i se non si fa nulla. Tuttavia specifichiamo che quell’anno la sconfitta non fu colpa di Leclerc, nonostante da lì nasca la storia del #16 come capro espiatorio degli insuccessi Ferrari.

Leclerc segno di eterno insuccesso? Il 2023 di Ferrari

Le cose per il monegasco non sono semplici all’alba del 2023. Dopo quattro anni in rosso colui che doveva riportare la Ferrari al trionfo non l’ha ancora fatto. Da’ predestinato’ inizia la narrazione del ‘predesfigato’, nonostante Leclerc sia stato il faro Ferrari in questi anni. Ma ciò non conta, l’importante è trovare una persona a cui addossare la colpa per gli insuccessi degli ultimi anni. E non fa eccezione il 2023, alla cui vigilia il Cavallino Rampante si presenta da pretendente al titolo. Risultato? Altra stagione fallimentare. Leclerc non vive la sua migliore stagione come era lecito pensare, subisce come ovvio che sia un contraccolpo psicologico. Lui vuole e deve vincere, è pronto. Ma la Scuderia del suo cuore invece no. Quell’anno l’unica vittoria non Red Bull della stagione porterà il nome di Carlos Sainz, che nel momento decisivo si è fatto trovare più pronto di Leclerc.

Le inutili discussioni e critiche interne

Al monegasco sarà ripudiato anche questa non vittoria, di essere una stella ormai cadente. Nonostante ciò terminerà davanti a Sainz in classifica, superandolo all’ultima gara ad Abu Dhabi. Questo fatto avremmo voluto ometterlo, ma non possiamo. Gli osteggiatori di Leclerc fino alla fine del campionato punteranno il dito contro di lui, affermando che ormai il compagno di squadra è l’uomo su cui puntare (ovviamente non abbiamo nulla di personale contro Sainz in questo senso). Non considerando però la squalifica di Leclerc negli USA ed il fatto che non poté prendere parte alla gara del Brasile visto un problema nel giro di formazione. In quell’occasione il #16 si era qualifica secondo, secondo solo ad un imprendibile Verstappen.

Ma anche in questo caso stiamo parlando del nulla, visto che proprio come nel 2021 terminare quinti o settimi non sarebbe cambiato nulla. E’ sempre il vincitore ad essere ricordato, specifichiamolo. Tuttavia se le cose non vanno bene in Ferrari, bisogna cercare un capro espiatorio ed ecco che spunta sempre Leclerc.

2024, finalmente preludio ad un futuro vincente per Ferrari e Leclerc

Dopo il percorso di crescita avviato da Fréd Vasseur nel 2023, nessuno si aspetta una Ferrari che possa insidiare Red Bull dopo il dominio dell’anno precedente. Ma ecco che da Maranello si tira fuori dal cappello una macchina veramente buona, la SF-24. A sbloccarsi per primo è un’altra volta Sainz in Australia a pochi giorni da un’operazione di appendicite. Poi sarà il turno di Leclerc, che poche gare dopo sfaterà la ‘maledizione di Monaco’, vincendo finalmente in terra natia. In Red Bull si iniziano ad intravedere le prime crepe e si spera in un sogno chiamato mondiale. Tuttavia quest’ultimo durerà ben poco visto che gli aggiornamenti errati di Barcellona faranno perdere a Ferrari tre mesi. Ma dopo l’estate da Maranello arrivano degli aggiornamenti correttivi che rimettono la SF-24 in lotta.

Il monegasco trionfa per la seconda volta in carriera a Monza, dopo una gestione gomme sensazionale. Altro punto sul quale era attaccato dai detrattori, ma come sempre parole al vento visto che nelle ultime stagioni il #16 ha dimostrato come questa iniziale ‘debolezza’ sia ora diventata un punto di forza. Poi arriva subito il back to back ad Austin, che rimette in lotta Ferrari per il mondiale costruttori contro McLaren, con una Red Bull ormai persa. In Messico poi arriverà la quinta vittoria stagionale per il Cavallino Rampante, che porterà il sigillo di Sainz. Ferrari lotterà fino all’ultima gara con McLaren, arrendendosi per soli 12 punti.

L’arrivo di Hamilton

Nonostante la buona annata, le critiche verso Leclerc non tardano ad arrivare. E parliamo ovviamente dell’arrivo di Hamilton e la conseguente dipartita di Carlos Sainz. ‘Mandano via il pilota sbagliato’, ‘ennesima scelta sbagliata di Ferrari’, ‘non ha combinato niente di buono in rosso’ e tanti altri insulti che omettiamo. Se avete attentamente letto fino a questo punto avrete compreso molto bene che se Ferrari non ha trionfato con Leclerc, non è di certo stata colpa di quest’ultimo. Ma in molti non lo sanno o fingono di farlo, perché appunto si deve sempre puntare il dito se le cose vanno male. Non curanti nemmeno del fatto che non si vince da 18 anni quasi e non lo hanno fatto nemmeno campioni dal calibro di Alonso o Vettel. E poi venne il 2025.

Nel 2025, Leclerc continua ad essere inutilmente il capro espiatorio in Ferrari

Questa stagione in particolare è una vera e propria mazzata. Ci si aspetta finalmente una Ferrari pronta al titolo, ma la SF-25 si dimostra una vettura non all’altezza dell’unico obiettivo prefissato: vincere. Per Leclerc è inevitabilmente un’altra delusione, lui stesso aveva detto prima dell’inizio del campionato che questa stagione sarebbe stata un fallimento se Ferrari non avesse portato a casa uno dei due titoli mondiali. Nonostante ciò il monegasco in una situazione complicata prende ancora una volta il team sulle sue spalle e per regolarità e costanza, sta realizzando la miglior annata della sua carriera in Formula 1. Ancora una volta il nativo di Monaco va oltre le difficoltà del mezzo e fa semplicemente la differenza. Commette delle piccole sbavature, ma ricordiamo a tutti con una vettura non semplice da guidare. E se lo dice un sette volte campione del mondo sarà forse vero?

Tuttavia appena arriva un piccolo errore, ecco qua. ‘Leclerc ha fatto questo’, ‘ha fatto un disastro a Silverstone’, ‘non sa correre sul bagnato’. Quando negli ultimi anni le vetture Ferrari hanno sempre avuto molte difficoltà sul bagnato, specifichiamo. E sempre il sette volte campione del mondo ha perorato questa versione dei fatti. E per chi avesse la memoria corta, proprio Leclerc ha tenuto vivo con la pioggia il sogno costruttori nel 2024 in Brasile. Dopo questi sei anni di considerazioni possiamo finalmente passare alla conclusione, sperando di aver trasmesso un po’ di oggettività ai nostri cari lettori.

Le considerazioni finali

Abbiamo visto nei paragrafi iniziali come Leclerc si sia presentato in Ferrari come una sorta di ‘salvatore’. Tuttavia in sette anni non ha vinto nulla visto che ovviamente non ha mai avuto il mezzo per farlo. Ma in molti dimenticano questo particolare e per questo motivo disprezzano il monegasco ad ogni minimo errore. Poi ovviamente non bisogna dimenticare che per i media basta poco per essere messi sul piedistallo ed ancora meno per essere messi sotto terra. Lo abbiamo visto con Schumacher prima del 2000 e dopo. E sarà la stessa cosa anche per Leclerc in caso di futura vittoria di un titolo. Ci si dimenticherà di tutte le ‘fesserie’ dette nei suoi confronti e lo considererà come il nuovo messia che ha riportato Ferrari alla vittoria dopo circa due decenni. Nel caso contrario il #16 sarà ricordato come una sorta di eterno incompiuto. Purtroppo funziona così.

Speriamo nel nostro piccolo di aver fatto luce su questo argomento che ci tocca particolarmente. Molte volte bisogna analizzare nel profondo le cose di cui si parla e non parlare senza avere alcuna conoscenza. Quindi per terminare, Leclerc non c’entra niente con i mancati titoli di Ferrari, anzi, ne è parte assolutamente lesa. Con una vettura all’altezza avrebbe già vinto titoli. Ma per sua sfortuna e nostra fortuna, fino a questo momento ha dimostrato una devozione fuori dal comune verso quella macchina rossa.

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Credit Copertina: Scuderia Ferrari