Matteo Bobbi dopo le prove libere del GP del Bahrain ha spiegato da dove provengono le difficoltà di Ferrari e della loro non semplice risoluzione
Le libere del GP del Bahrain hanno visto una Ferrari non brillante quanto ci si aspettava dopo i primi updates montati sulla SF-25; Matteo Bobbi, analista di Sky Sport F1, ha analizzato la situazione e fornito il suo punto di vista sulle difficoltà che in questo momento stanno costando prestazione in pista alla Scuderia di Maranello.

Le difficoltà della Ferrari spiegate da Matteo Bobbi – Credit: Scuderia Ferrari
La vettura di casa Ferrari non sta performando a dovere sin dalle prime battute della stagione 2025. I tecnici di Maranello hanno cambiato radicalmente il concept della SF-25 rispetto alla progenitrice, tuttavia al momento le scelte fatte non stanno pagando. Non sarà semplice ribaltare la situazione, ma il Cavallino ci sta provando attraverso i primi aggiornamenti stagionali. Anche se la via per uscire dalle recenti difficoltà può essere abbastanza complicata.
Bobbi svela il problema che sta affliggendo la SF-25
“Ciò che cambia da macchina a macchina è la mappa aerodinamica. Non tutte le macchine reagiscono ad un innalzamento da terra allo stesso modo. Tutti perdono qualcosa, ma non tutti perdono lo stesso coefficiente di carico. Immaginiamo, per ipotesi, 100 punti di downforce quando si è radenti al suolo: alzando la macchina di un millimetro, alcuni perdono una manciata di punti, altri 10 o 15. È questo il problema che ha la Ferrari in questo momento, ha una mappa aerodinamica troppo limitata“.
Ovviamente questa mancanza rappresenta la conseguenza di un problema più grande. Ferrari ha progettato la vettura per una certa altezza, alla quale al momento non può stare e l’esempio di ciò è la squalifica di Hamilton in Cina. Per questo motivo, in poche parole, la SF-25 non sta viaggiando nella condizione per la quale è stata progettata per performare al meglio.
“Immaginiamo un triangolo, la SF-25 lavora bene soltanto sulla punta, mentre la McLaren lavora bene anche quando è più in basso e non nel picco. Non c’entrano le sospensioni o la torsione del cambio. Il problema è di natura aerodinamica, un qualcosa già sperimentato in passato da Mercedes. La soluzione è un nuovo fondo, ma non è tanto facile a farsi quanto a dirsi“.
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Credit copertina: Getty Images
