Nel corso della prima giornata di prove abbiamo osservato una SF-25 non molto a suo agio in Olanda, ma ci sono margini di crescita ed ecco fino a dove…
Quello a Zandvoort si è rivelato senza ombra di dubbio uno dei venerdì più complicati dell’anno per Ferrari, che ha dovuto remare per cercare di trovare una soluzione valida per mettere Hamilton e Leclerc nelle condizioni di far bene; nonostante le difficoltà iniziali però ci sono margini di miglioramento come affermato da Vasseur e dai piloti, ma quanto la SF-25 potrà recuperare e far fronte alle difficoltà?

Leclerc ed Hamilton in pista a Zandvoort – Credit: Scuderia Ferrari
“Siamo un po’ indietro, ma nella strada giusta. Zandvoort per noi è una pista complicata, nelle ultime tre stagioni abbiamo sempre fatto fatica e stiamo cercando di capire. Questo pomeriggio eravamo a otto-nove decimi e gran parte del distacco da Norris lo prendevamo tra le curve 9 e 10.” Queste le parole del team principal francese sulla prima giornata olandese, ma andiamo ad analizzare nel dettaglio il comportamento della vettura modenese in pista.
Le criticità della SF-25 a Zandvoort
Come riferito anche dal team principal della Scuderia di Maranello, il distacco dei due ferraristi dalla vetta si attesta tra gli otto ed i nove decimi. I tecnici hanno avuto difficoltà nel trovare il giusto assetto vista l’instabilità dimostrata dalla vettura. Come evidenziato sin dall’inizio della stagione, il posteriore è debole. E soprattutto si deve trovare ancora il giusto setting per mettere a punto la sospensione posteriore evoluta. Che ancora non ha dato totalmente i frutti sperati. Zandvoort è un tracciato front limited e la SF-25 non ha dato certezze da questo punto di vista. Anche l’anteriore è sembrato nella prima giornata di prove abbastanza instabile, a tratti più forte ed in altri più debole. E ciò ovviamente non aiuta i piloti a trovare il feeling ottimale per trarre fuori il massimo del potenziale.
Bisogna anche evidenziare, come dimostrato anche da Luca Ruocco, che la SF-25 prende quasi tutto il distacco sul giro tra le curve 9 e 10. Nel secondo settore infatti Ferrari prende quasi sei decimi degli otto-nove totali accumulati sul giro. In questa sezione di tracciato, la vettura modenese non riesce ad avere un inserimento ottimale e di conseguenza si perde tempo e ciò influenza inevitabilmente poi tutta la tornata. Uno dei fattori che potrebbe portare a questa difficoltà è data dal vento, che in Ungheria danneggiò McLaren e favorì Leclerc che terminò in pole.
L’obiettivo di Ferrari dovrà essere proprio quello di risolvere il problema in questa sezione di circuito, ma a meno di sconvolgimenti sarà durissima recuperare nove decimi e stare lì con i ‘papaya’. Se tutto dovesse andare a buon fine si lotterà con Mercedes e Red Bull, in caso di esito negativo si potrebbe finire addirittura dietro Aston Martin o altre eventuali sorprese.
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Credit Copertina: Scuderia Ferrari